Per risparmiare energia (efficienzaEnergetica) il mero approccio ingegneristico/tecnico è quello di migliorare il rendimento di un generatore o impianto. Questo forse era accettato fino a qualche decennio fa mentre oggigiorno gli interventi devono essere molto più "analitici". Le tecnologie ICT e le innumerevoli possibilità offerte dai sensori di misura hanno permesso la misura dei consumi energetici con un dettaglio molto più preciso e puntuale. Questo porta a interventi molto più mirati ed efficaci.
La cosiddetta “Energy Informatics” è un campo di ricerca, già affermato (fortunatamente), inter-disciplinare, che sfruttando i dati informatici riesce a estrarre informazioni di alto valore utili per fare risparmio ed efficienza energetica.
Ma ci sono anche gli aspetti sociali da considerare! Mentre questi sono irrilevanti per un impianto industriale nel quale un operaio non ha la possibilità di agire sui consumi energetici, essi sono del tutto rilevanti nel settore terziario e residenziale. Si pensi all'esempio della ristrutturazione edilizia nella quale vengono sostituite le finestre con modelli ad alte prestazioni. I risparmi sono sensibili ma vengono vanificati se gli occupanti aprono le finestre per esempio quando fumano una sigaretta.
Nel settore civile e soprattutto in ambito residenziale/terziario invece l’utilizzatore gioca un ruolo centrale. Per comprendere e descrivere i consumi energetici di un edificio, le tecnologie energetiche ed i dati devono integrarsi anche con le scienze sociali: la conoscenza, i comportamenti e le abitudini delle persone hanno un peso che non si può trascurare.
Tanti rapporti affermano che c'è molto valore da "liberare" grazie agli opendata. Gli opendata possono essere le nuove materie prime con cui alimentare una nuova rivoluzione economica. Però lavorare con gli opendata non è affatto facile! Tanto potenziale rimane ancora inespresso a causa di ostacoli e barriere. Ma di che natura sono le barriere per lavorare con gli opendata?
Le barriere che possono incontrare chi pubblica i dati o chi li ri-utilizza si possono definire entro 6 macro-categorie:
1. politiche: nel settore pubblico la volontà (non sempre presente...) politica non si riflette in azioni; nel privato i manager spesso non investono risorse nell'esplorazione degli opendta;
2. organizzative: non sempre il rilascio degli opendata è parte integrante dei processi;
3. finanziarie: servono risorse sia per pubblicare i dati sia per esplorarli e riutilizzarli;
4. consapevolezza: soprattutto nel settore privato ancora non è chiaro l'enome valore contenuto negli opendata
5. legale/regolatorio: non sempre è ben chiaro alle amministrazioni che è obbligatorio che liberino i loro dati (già pagati dai contribuenti); non sempre è chiaro che è obbligatoria la loro partecipazioni ad iniziative opendata;
6. tecniche: servono competenze adeguate sia per pubblicare che per analizzare e gestire i dati.
Per approfondire queste riflessioni basta scaricare e leggere il report Analytical Report 5: Barriers in working with Open Data dell'European Data Portal, link: www.europeandataportal.eu/sites/default/..
Il problema politico secondo me è il più grande. Meno trasparente è la "cosa pubblica" e meno potere ha il cittadino... questo in caso di classe dirigente poco buona.
Viceversa, le amministrazioni illuminate spingono gli opendata appunto per mettere in chiaro come funzionano le cose.
E poi c'è quello tecnico: quanti sindaci/assessori sanno anche solo usare excel? Spesso siamo a dei livello tali che esiste quasi solo facebook e nemmeno il web.
Altra forte barriera è l'accettabilità sociale degli opendata da parte degli "stakeholder" (portatori di interesse ovvero aziende, istituzioni o cittadini). Ci sono dei casi molto interessanti che ho appena segnalato qui: www.fabiodisconzi.com/webzine/opendata/3..
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Condivido e riporto questo bel diagramma scovato su twitter che sintetizza le tecnologie che guideranno l'immediato futuro. In alcuni casi si tratta di tecnologie già "partite" che stanno già impattando sul nostro presente.
Sono suddivise in 4 categorie che riporto brevemente:
- energia e ambiente: ce ne sono molte tra cui troviamo il CCS (cattura della CO2 e stoccaggio), smart grid (se ne parla da decenni speriamo sia la volta buona grazie ai dati), veicoli autonomi ed elettrici (stiamo facendo passi avanti incredibili), energia dal mare e dalle maree (spero riescano a tirar fuori qualcosa di buono), micro-impianti di generazione;
- materiali: famosi sono i nanotubi e il grafene, nanomateriali, etc.
- biotecnologie: sembra che l'informatica sia destinata a invadere anche il campo della biologia;
- digitali: secondo me faranno (o stanno facendo) la parte del leone con blockchain, IoT, bigdata analysis, intelligenza artificiale, il "quantum computing" se va in porto i micropocessori decuplicheranno e più la loro potenza di calcolo, robotica etc.
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Riuso del patrimonio informativo pubblico per il data journalism e il monitoraggio civico - Convegno Sassari, 19 Giugno 2017 - ore 09:00
Data journalism e monitoraggiocivico attraverso il riuso informativo dei dati aperti della Pubblica amministrazione saranno al centro della discussione durante il convegno promosso dalla Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione della Regione Sardegna e organizzato da Formez PA in collaborazione con l’Università degli Studi di Sassari nell’ambito del progetto “OpenRAS – dati aperti per la trasparenza e l’accountability”.
Il convegno, al quale partecipano rappresentanti della amministrazione regionale, ricercatori, data journalists ed attivisti civici si articola in due sessioni tematiche, la prima dedicata al tema del giornalismo d'inchiesta, la seconda a esplorare le esperienze italiane di giornalismo dal basso e monitoraggio civico che utilizzano i dati aperti. I relatori risponderanno alle domande del pubblico al termine di ciascuna sessione.
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Vi propongo un video in cui un avvocato (Simone Aliprandi) spiega chiaramente la situazione "legislativa" che regola il diritto d'autore degli opendata.
Inoltre affronta per qualche minuto quello che ritengo essere uno dei problemi maggiori per lo sviluppo degli opendata ovvero l'intersezione tra licenze aperte e legge sulla privacy. Se una amministrazione pubblica rilascia un dataset con licenza cc-by oppure IODL2.0 si ha o non si ha la certezza che con quei dati io possa fare qualsiasi cosa?
La mia esperienza con open-dormire e open-consip mi porta a dire che NON si può fare quello che si vuole. Ma sarebbe bello si instaurasse una discussione in merito.
Una definizione univoca dell'Internet of Things suppongo non ci sia. L'argomento è recente e ogni soggetto tende a definirlo con una propria sfumatura. Il concetto però è uguale per tutti sia che uno si interessi maggiormente a produrre i dispositivi da connettere, che le reti di trasmissione dei dati, che l'analisi dei dati oppure dello sviluppo di algoritmi per estrarre valore dai dati.
Spiega inoltre molto bene come funziona il mondo "dei sensori" e il tipo di informazioni che creano e trasmettono: metadati, informazioni di stato, informazioni comando e quelle che sono le informazioni "interessanti".
In questa bella video-presentazione di una piattaforma di Google, nei primi 20 minuti il concetto di Iot viene presentato in modo secondo me molto sintetico e chiaro. Buona visione: www.youtube.com/watch?v=8NbP07OEGsQ
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Hai una idea per elaborare dataset in formato Opendata inerenti il fenomeno delle progettualità innovative in ambito culturale in Italia? Allora potresti partecipare al bandoOpen Data per la Cultura 2017, qui tutte le informazioni: www.che-fare.com/ricerche/open-data-per-..
L’intento è favorire la lettura e la rappresentazione del fenomeno dei progetti culturali innovativi.
Il punto di partenza sono i dati, messi a disposizione in formato Open Data e rigorosamente anonimi, raccolti in 9 dataset realizzati sulla base delle proposte che hanno partecipato alle tre edizioni del bando cheFare, alle tre edizioni di iC-innovazioneCulturale di Fondazione Cariplo e ai bandi Open e ORA! Linguaggi contemporanei, produzioni innovative di Compagnia di San Paolo.
I progetti da cui provengono i dati sono più di 3.300.
Gli autori dei due migliori elaborati che proporranno letture innovative, replicabili, comunicabili ed eventualmente ibride – cioè che facciano uso anche di fonti di dati diverse rispetto a quelle oggetto del bando – saranno premiati con un riconoscimento di 1500 euro e di 500 euro che saranno assegnati agli autori del primo e del secondo elaborato.
Scadenza: Dal 15 maggio al 13 luglio 2017
In bocca al lupo ai partecipanti!
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LinkedData.Center, azienda italiana che supporta le imprese di ogni settore e dimensione a creare valore con i Linked Open Data, offre agli studenti dell’IISS “A. Greppi” di Monticello Brianza la possibilità di utilizzare gli open data per creare applicazioni innovative.
L’idea è nata in seguito all’incontro tra Enrico Fagnoni, CEO di LinkedData.Center, e Gennaro Malafronte, docente del triennio a indirizzo informatico dell’IISS “A. Greppi”: da quel primo contatto, avvenuto al raduno Wikimania tenutosi a Esino Lario nel 2017, ha preso vita un progetto ambizioso che gli studenti hanno portato avanti con entusiasmo.
Il loro impegno ha portato allo sviluppo di una web app che utilizza i dataset di Regione Lombardia e del Comune di Milano per creare mappe bidimensionali o tridimensionali basate sui dati scelti dall’utente, oltre che per tracciare percorsi ad hoc basati su tali dati.
Il sostegno di LinkedData.Center non si limita però a fornire agli studenti gli strumenti tecnici necessari a sviluppare questo progetto: infatti l’azienda finanzierà la nascita di tre startup, che consentiranno agli studenti dell’IISS “A. Greppi” di continuare a sviluppare i progetti avviati a scuola e di sostenere la propria formazione universitaria.
La presentazione dei progetti realizzati dagli studenti e delle tre startup si terrà Mercoledì 7 giugno alle ore 11.15 presso Aula Magna dell’IISS “A. Greppi” Via dei Mille, 27 - Monticello Brianza (Lecco)
Con un puntegio di 55.93 l'Italia si posiziona al 20 esimo posto nella quarta edizione dell'opendata Eurobarometer, guarda questo documento: opendatabarometer.org/doc/4thEdition/ODB.. (speriamo il link al pdf resti attivo per molti anni).
Sul podio troviamo al terzo posto la Francia (complimenti ai cugini d'oltralpe), secondo posto per il Canada e al primo posto troviamo il Regno Unito. Altra cosa interessante da osservare è che il "gigante" degli Stati Uniti si classica al quarto posto.
Italia al 20esimo posto. Fanno meglio del Belpaese Paesi come Uruguay, Mexico, Spagna e Brasile (vedi l'immagine in allegato per una anteprima della classifica).
Il rapporto passa poi a fornire delle interessanti raccomandazioni per i governi (verranno prese in considerazione?).
Succo del rapporto (che tiene in considerazione 115 Governi): sono stati fatti dei passi avanti ma c'è molto, moltissimo da fare per raggiungere un livello di apertura dei dati soddisfacente.
Secondo me l'Italia è sulla buona strada. Pur non essendo un fan sfegatato degli ultimi anni di politica italiana devo ammettere che c'è un bel movimento (merito forse delle persone della PA invece che dei dirigenti politici? Non sta a me dirlo ma ripeto, qualcosa si sta muovendo).
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In questo interessante TedX si parla di come l'innovazione sia entrata anche nella Polizia. La Polizia Scientifica ha saputo rinnovarsi ed iniziare un processo di innovazione molto profondo ed efficace. Questo è il link al talk su youtube: www.youtube.com/watch?v=mD6veu7XnU8
Si intuisce nel talk che molti passi avanti sono stati fatti nel campo dell'analisi dei dati portando esempi riguardanti l'individuazione della posizione dei malfattori grazie alle celle e ai tabulati dei callulari, oppure, caso molto interessante, grazie al "database balistico" una sorta di mega-anagrafe balistica sulle armi. Anche l'analisi del DNA e delle impronte digitali ha fatto un grande passo avanti e dimostrazione che la datascience ha detto e può ancora dire molto anche nel delicato settore delle investigazioni criminali.
Purtroppo anche la criminalità ha fatto dei passi avanti e il lavoro della Polizia è sempre più complesso.
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Per risparmiare energia: tecnologia ma anche cultura e dati (ESI: Energy Social Informatics)
Per risparmiare energia (efficienzaEnergetica ) il mero approccio ingegneristico/tecnico è quello di migliorare il rendimento di un generatore o impianto. Questo forse era accettato fino a qualche decennio fa mentre oggigiorno gli interventi devono essere molto più "analitici". Le tecnologie ICT e le innumerevoli possibilità offerte dai sensori di misura hanno permesso la misura dei consumi energetici con un dettaglio molto più preciso e puntuale. Questo porta a interventi molto più mirati ed efficaci.
La cosiddetta “Energy Informatics” è un campo di ricerca, già affermato (fortunatamente), inter-disciplinare, che sfruttando i dati informatici riesce a estrarre informazioni di alto valore utili per fare risparmio ed efficienza energetica.
Ma ci sono anche gli aspetti sociali da considerare! Mentre questi sono irrilevanti per un impianto industriale nel quale un operaio non ha la possibilità di agire sui consumi energetici, essi sono del tutto rilevanti nel settore terziario e residenziale. Si pensi all'esempio della ristrutturazione edilizia nella quale vengono sostituite le finestre con modelli ad alte prestazioni. I risparmi sono sensibili ma vengono vanificati se gli occupanti aprono le finestre per esempio quando fumano una sigaretta.
Nel settore civile e soprattutto in ambito residenziale/terziario invece l’utilizzatore gioca un ruolo centrale. Per comprendere e descrivere i consumi energetici di un edificio, le tecnologie energetiche ed i dati devono integrarsi anche con le scienze sociali: la conoscenza, i comportamenti e le abitudini delle persone hanno un peso che non si può trascurare.
La “EnergyInformatics ” deve inglobare le scienze sociali, si parla a questo punto di “Energy Social Informatics (ESI)”. energySocialInformatics
Una bella introduzione viene fornita da questo articolo:www.researchgate.net/publication/2877992..
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Lavorare con gli opendata: le barriere
Tanti rapporti affermano che c'è moltovalore da "liberare" grazie agli opendata. Gli opendata possono essere le nuove materie prime con cui alimentare una nuova rivoluzione economica. Però lavorare con gli opendata non è affatto facile! Tanto potenziale rimane ancora inespresso a causa di ostacoli e barriere. Ma di che natura sono le barriere per lavorare con gli opendata?
Le barriere che possono incontrare chi pubblica i dati o chi li ri-utilizza si possono definire entro 6 macro-categorie:
1. politiche: nel settore pubblico la volontà (non sempre presente...) politica non si riflette in azioni; nel privato i manager spesso non investono risorse nell'esplorazione degli opendta;
2. organizzative: non sempre il rilascio degli opendata è parte integrante dei processi;
3. finanziarie: servono risorse sia per pubblicare i dati sia per esplorarli e riutilizzarli;
4. consapevolezza: soprattutto nel settore privato ancora non è chiaro l'enome valore contenuto negli opendata
5. legale/regolatorio: non sempre è ben chiaro alle amministrazioni che è obbligatorio che liberino i loro dati (già pagati dai contribuenti); non sempre è chiaro che è obbligatoria la loro partecipazioni ad iniziative opendata;
6. tecniche: servono competenze adeguate sia per pubblicare che per analizzare e gestire i dati.
Per approfondire queste riflessioni basta scaricare e leggere il report Analytical Report 5: Barriers in working with Open Data dell'European Data Portal, link:www.europeandataportal.eu/sites/default/..
Il problema politico secondo me è il più grande. Meno trasparente è la "cosa pubblica" e meno potere ha il cittadino... questo in caso di classe dirigente poco buona.
Viceversa, le amministrazioni illuminate spingono gli opendata appunto per mettere in chiaro come funzionano le cose.
E poi c'è quello tecnico: quanti sindaci/assessori sanno anche solo usare excel? Spesso siamo a dei livello tali che esiste quasi solo facebook e nemmeno il web.
Altra forte barriera è l'accettabilità sociale degliopendata da parte degli "stakeholder" (portatori di interesse ovvero aziende, istituzioni o cittadini). Ci sono dei casi molto interessanti che ho appena segnalato qui: www.fabiodisconzi.com/webzine/opendata/3..
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Le tecnologie che guideranno (guidano?) il futuro (il presente?)
Condivido e riporto questo bel diagramma scovato su twitter che sintetizza letecnologie che guideranno l'immediato futuro . In alcuni casi si tratta di tecnologie già "partite" che stanno già impattando sul nostro presente.
Sono suddivise in 4 categorie che riporto brevemente:
- energia e ambiente: ce ne sono molte tra cui troviamo il CCS (cattura della CO2 e stoccaggio), smart grid (se ne parla da decenni speriamo sia la volta buona grazie ai dati), veicoli autonomi ed elettrici (stiamo facendo passi avanti incredibili), energia dal mare e dalle maree (spero riescano a tirar fuori qualcosa di buono), micro-impianti di generazione;
- materiali: famosi sono i nanotubi e il grafene, nanomateriali, etc.
- biotecnologie: sembra che l'informatica sia destinata a invadere anche il campo della biologia;
- digitali: secondo me faranno (o stanno facendo) la parte del leone con blockchain,IoT , bigdata analysis, intelligenza artificiale, il "quantum computing" se va in porto i micropocessori decuplicheranno e più la loro potenza di calcolo, robotica etc.
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Civic hacking grazie ai dati pubblici: ne hanno parlato in un convegno a Sassari il 19 giugno 2017
Segnalo questo interessante evento tenutosi nel giugno 2017 a Sassari riguardante il legame tradataJournalism e opendata : eventipa.formez.it/node/101370
Riporto la presentazione della giornata:
Riuso del patrimonio informativo pubblico per il data journalism e il monitoraggio civico - Convegno Sassari, 19 Giugno 2017 - ore 09:00
Data journalism emonitoraggiocivico attraverso il riuso informativo dei dati aperti della Pubblica amministrazione saranno al centro della discussione durante il convegno promosso dalla Direzione generale degli affari generali e della società dell'informazione della Regione Sardegna e organizzato da Formez PA in collaborazione con l’Università degli Studi di Sassari nell’ambito del progetto “OpenRAS – dati aperti per la trasparenza e l’accountability”.
Il convegno, al quale partecipano rappresentanti della amministrazione regionale, ricercatori, data journalists ed attivisti civici si articola in due sessioni tematiche, la prima dedicata al tema delgiornalismo d'inchiesta, la seconda a esplorare le esperienze italiane di giornalismo dal basso e monitoraggio civico che utilizzano i dati aperti. I relatori risponderanno alle domande del pubblico al termine di ciascuna sessione.
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Licenze Opendata, privacy e diritto d'autore: che grandissimo casino
Vi propongo unvideo in cui un avvocato (Simone Aliprandi) spiega chiaramente la situazione "legislativa" che regola il diritto d'autore degli opendata .
Inoltre affronta per qualche minuto quello che ritengo essere uno dei problemi maggiori per lo sviluppo degli opendata ovvero l'intersezione tralicenze aperte e legge sulla privacy . Se una amministrazione pubblica rilascia un dataset con licenza cc-by oppure IODL2.0 si ha o non si ha la certezza che con quei dati io possa fare qualsiasi cosa?
La mia esperienza con open-dormire e open-consip mi porta a dire che NON si può fare quello che si vuole. Ma sarebbe bello si instaurasse una discussione in merito.
Intanto buona visone:www.youtube.com/watch?v=ZSwdxpRMweU Abbiamo diritto agli open data? (OpenDataDay, 4 marzo 2017)
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Introduzione all'IoT (ed altre cose su Google Cloud)
Una definizione univoca dell'Internet of Things suppongo non ci sia. L'argomento è recente e ogni soggetto tende a definirlo con una propria sfumatura. Il concetto però è uguale per tutti sia che uno si interessi maggiormente a produrre i dispositivi da connettere, che le reti di trasmissione dei dati, che l'analisi dei dati oppure dello sviluppo di algoritmi per estrarre valore dai dati.
Spiega inoltre molto bene come funziona il mondo "dei sensori" e il tipo di informazioni che creano e trasmettono: metadati, informazioni di stato, informazioni comando e quelle che sono le informazioni "interessanti".
In questa bella video-presentazione di una piattaforma di Google, nei primi 20 minuti il concetto diIot viene presentato in modo secondo me molto sintetico e chiaro. Buona visione: www.youtube.com/watch?v=8NbP07OEGsQ
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Hai nuove idee per il ri-utilizzo dei dati di progetti culturali? 2 premi in denaro per il bando "Open Data per la Cultura 2017"
Hai una idea per elaborare dataset in formatoOpendata inerenti il fenomeno delle progettualità innovative in ambito culturale in Italia? Allora potresti partecipare al bando Open Data per la Cultura 2017, qui tutte le informazioni: www.che-fare.com/ricerche/open-data-per-..
L’intento è favorire la lettura e la rappresentazione del fenomeno dei progetti culturali innovativi.
Il punto di partenza sono i dati, messi a disposizione in formato Open Data e rigorosamente anonimi, raccolti in 9 dataset realizzati sulla base delle proposte che hanno partecipato alle tre edizioni del bando cheFare, alle tre edizioni di iC-innovazioneCulturale di Fondazione Cariplo e ai bandi Open e ORA! Linguaggi contemporanei, produzioni innovative di Compagnia di San Paolo.
I progetti da cui provengono i dati sono più di 3.300.
Gli autori dei due migliori elaborati che proporranno letture innovative, replicabili, comunicabili ed eventualmente ibride – cioè che facciano uso anche di fonti di dati diverse rispetto a quelle oggetto del bando – saranno premiati con un riconoscimento di 1500 euro e di 500 euro che saranno assegnati agli autori del primo e del secondo elaborato.
Scadenza: Dal 15 maggio al 13 luglio 2017
In bocca al lupo ai partecipanti!
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Da studenti a "opendata startupper": presentazione dei progetti dei ragazzi dell’IISS “A. Greppi” di Monticello Brianza
LinkedData.Center, azienda italiana che supporta le imprese di ogni settore e dimensione a creare valore con i Linked Open Data, offre agli studenti dell’IISS “A. Greppi” di Monticello Brianza la possibilità di utilizzare gli open data per creare applicazioni innovative.
L’idea è nata in seguito all’incontro tra Enrico Fagnoni, CEO di LinkedData.Center, e Gennaro Malafronte, docente del triennio a indirizzo informatico dell’IISS “A. Greppi”: da quel primo contatto, avvenuto al raduno Wikimania tenutosi a Esino Lario nel 2017, ha preso vita un progetto ambizioso che gli studenti hanno portato avanti con entusiasmo.
Il loro impegno ha portato allo sviluppo di una web app che utilizza i dataset di Regione Lombardia e del Comune di Milano per creare mappe bidimensionali o tridimensionali basate sui dati scelti dall’utente, oltre che per tracciare percorsi ad hoc basati su tali dati.
Il sostegno di LinkedData.Center non si limita però a fornire agli studenti gli strumenti tecnici necessari a sviluppare questo progetto: infatti l’azienda finanzierà la nascita di trestartup , che consentiranno agli studenti dell’IISS “A. Greppi” di continuare a sviluppare i progetti avviati a scuola e di sostenere la propria formazione universitaria.
La presentazione dei progetti realizzati dagli studenti e delle tre startup si terrà Mercoledì 7 giugno alle ore 11.15 presso Aula Magna dell’IISS “A. Greppi” Via dei Mille, 27 - Monticello Brianza (Lecco)
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opendata eurobarometer: siamo alla edizione 4 (Italia al 20esimo posto)
Con un puntegio di 55.93 l'Italia si posiziona al 20 esimo posto nella quarta edizione dell'opendata Eurobarometer, guarda questo documento: opendatabarometer.org/doc/4thEdition/ODB.. (speriamo il link al pdf resti attivo per molti anni).
Sul podio troviamo al terzo posto laFrancia (complimenti ai cugini d'oltralpe), secondo posto per il Canada e al primo posto troviamo il Regno Unito. Altra cosa interessante da osservare è che il "gigante" degli Stati Uniti si classica al quarto posto.
Italia al 20esimo posto. Fanno meglio del Belpaese Paesi come Uruguay, Mexico, Spagna e Brasile (vedi l'immagine in allegato per una anteprima della classifica).
Il rapporto passa poi a fornire delle interessanti raccomandazioni per i governi (verranno prese in considerazione?).
Succo del rapporto (che tiene in considerazione 115 Governi): sono stati fatti dei passi avanti ma c'è molto, moltissimo da fare per raggiungere un livello di apertura dei dati soddisfacente.
Secondo me l'Italia è sulla buona strada. Pur non essendo un fan sfegatato degli ultimi anni di politica italiana devo ammettere che c'è un bel movimento (merito forse delle persone della PA invece che dei dirigenti politici? Non sta a me dirlo ma ripeto, qualcosa si sta muovendo).
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Anche nella Polizia Scientifica vengono analizzati i dati (e molto dettagliatamente)
In questo interessanteTedX si parla di come l'innovazione sia entrata anche nella Polizia. La Polizia Scientifica ha saputo rinnovarsi ed iniziare un processo di innovazione molto profondo ed efficace. Questo è il link al talk su youtube: www.youtube.com/watch?v=mD6veu7XnU8
Si intuisce nel talk che molti passi avanti sono stati fatti nel campo dell'analisi deidati portando esempi riguardanti l'individuazione della posizione dei malfattori grazie alle celle e ai tabulati dei callulari, oppure, caso molto interessante, grazie al "database balistico" una sorta di mega-anagrafe balistica sulle armi. Anche l'analisi del DNA e delle impronte digitali ha fatto un grande passo avanti e dimostrazione che la datascience ha detto e può ancora dire molto anche nel delicato settore delle investigazioni criminali.
Purtroppo anche lacriminalità ha fatto dei passi avanti e il lavoro della Polizia è sempre più complesso.
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